PIROGRAFIA: TUTTO QUELLO CHE TI SERVE SAPERE PER COMINCIARE AL MEGLIO
La Pirografia è una tecnica che permette di incidere tramite il calore un determinato supporto ligneo e non solo (anche cuoio, pelle,carta, canvas ecc). Anticamente veniva praticata grazie all’utilizzo di lenti di vetro che la rendeva una tecnica a dir poco macchinosa che prevedeva una dose di pazienza infinita per riuscire a creare effetti di un certo tipo. In seguito, grazie all’utilizzo dell’elettricità, è nato il pirografo. Ci sono svariati tipi di pirografi che vanno da quelli a punta rigida fino ad arrivare ai più performanti che sono quelli con punta a filo. Tutto quello che può essere la pirografia scritto in certi termini diventa un qualcosa di puramente tecnico e freddo ( più da enciclopedia che da appassionati o per appassionare) che non fa comprendere cosa rappresenti veramente questa forma di arte.
Vi spiego cosa sia la pirografia per me: se dovessi racchiudere il tutto in un termine userei la parola “scoperta”. Quello che contraddistingue la pirografia non è il fatto di “non poter sbagliare”come spesso sento o leggo sul web. Altre tecniche hanno anch’esse questa peculiarità! L’aspetto distintivo è l’interazione (assoluta, continua e sempre diversa) tra il supporto e il pirografo.
Pirografia: la tecnica
Ogni angolo del supporto, indipendentemente dallo stesso, risponderà in un modo diverso alle sollecitazioni date dal calore. Questo rende la tecnica veramente stimolante perchè ogni momento può rappresentare una scoperta. Approcciandomi alla pirografia da disegnatore non posso non sotttolineare che le variabili che influenzano ogni passaggio non sono legate alla sola regolazione del calore perchè sullo stesso livello di importanza ce ne sono altre come la tipologia del supporto, la velocità del movimento, la leggerezza e quindi la pressione che noi andremo a mettere (più o meno volutamente) nella mano e nello strumento e di conseguenza variando il modo in cui lo stesso inciderà sul supporto. Con tutte queste variabili diventa decisivo il “conoscersi artisticamente”; con questo intendo arrivare al punto di iniziare a gestire e controllare tutte le variabili stesse, cercando di lasciarsi andare alle sensazioni e cercando di percepire come il supporto risponderà alla nostra lavorazione. Siamo noi che dobbiamo adeguarci al supporto e non imporci. Sono un autodidatta e da sempre credo che il nostro miglior maestro (se concentrati, consapevoli e in controllo dello strumento), sia l’errore. Quindi sbagliare può portare ad una crescita, sperimentare anche, ma alla base di tutto ci sarà sempre il divertirsi, Il godere del percorso creativo che in pirografia, come nel disegno in generale, è la parte più emozionante e stimolante.
Il supporto ligneo: massello o compensato?
Nel momento che si acquista supporti in massello, dovremo fare i conti con 2 aspetti: un aspetto che andrà a variare e non di poco è quello economico (rispetto ai costi dei compensati). Un altro aspetto è legato al fatto che ogni massello che noi andremo a lavorare dovrà avere un processo di stagionatura ottimale che lo renda, come si dice in gergo, “fermo”. Questa stagionatura, in grado di portare il nostro supporto ad essere pronto per la lavorazione, è di vitale importanza perchè in caso contrario il supporto lavorato potrà subire, in seguito, deformazioni o processi di spaccatura. Lavorando con i masselli ci troveremo ad interagire con supporti che risponderanno in modo molto più lento al calore. Questo potrà portare aspetti positivi o meno, ad es per chi cerca di ottenere sfumature leggere, ci sarà un maggior tempo a disposizione per ottenerle proprio perchè il supporto reagirà molto più lentamente al calore. Questo però avverrà anche quando cercheremo di ottenere effetti come sfondi completamente scuri che richiederanno un certo controllo e leggerezza per cercare di bruciare solo la parte più supeficiale dello stesso cercando di ottenere un effetto compatto e omogeneo.
Pirografia: quali supporti scegliere?
Massello di tiglio: rappresenta uno dei supporto ideali per la pirografia. E’ compatto, può essere reperito in tonalità che vanno dal giallastro al quasi completamente bianco (in questo caso si tratterà di massello di tiglio a vena chiara o bianca). Ha venature che interagiscono in modo diverso rispetto a quello dei compensati, ma sono comunque più gestibili rispetto ad altri masselli che seguiranno.
Massello di acero: più costoso del massello di tiglio e più compatto e quindi occorrerà lavorarlo a temperature più alte. Anche per il massello di acero le venature (di forma meno lineare rispetto a quelle del tiglio e spesso tondeggianti) si potranno affrontare con una certa serenità.
Massello di ontano: se ben stagionato e dalla vena chiara, ha una ottima compattezza e rappresenta un supporto ideale per qualsiasi pirografista, indipendetemente dalla lavorazione che andrà a creare.
Massello di betulla: ha caratteristiche molto simile a quello di ontano con una variazione di tonalità che lo rende leggermente meno chiaro. Anche questo è un supporto ottimale
Massello di ulivo: questa tipologia di supporto è tra quelle che più uso ma occorre fare deille distinzioni. L’ulivo che con più facilità troviamo in commercio è quello venato. Spesso lo vediamo utilizzato per oggettistica varia, utensileria, taglieri ecc. Chiaramente se quello che cerchiamo di ottenere dalla nostra lavorazione è un effetto che si avvicini a quello realistico, occorrerà reperire masselli di ulivo a vena chiara. La zona dell’ulivo dalla quale si ricava con più facilità parti chiare è l’alburno. In questa zona le venature sono più larghe e quindi dal taglio si possono ricavare tavole chiare o comunque meno venate. Da questo ne deriva che per riuscire a reperire ulivo chiaro di una certa larghezza occorrerà reperirlo da piante che abbiano una certa dimensione. In realtà reperire questa tipologia di ulivo è complicato per ben altri motivi. L’essenza che viene più ricercata è quella venata e questo rende le parti della pianta a vena chiara, vere e proprie zone di scarto spesso trasformate in pellet. Pochi fornitori avranno interesse a stagionare in modo naturale e per anni (almeno 5/6) tavolame di ulivo chiaro visto che poi il mercato richiede ulivo venato. Una volta reperito un supporto di ulivo chiaro ci troveremo a lavorare un’essenza dall’odore inebriante, in grado di dare grandi soddisfazioni ma anche di nacondere insidie che come detto sopra sono quello che più mi attirano della pirografia. Il supporto è compatto, presenterà comunque delle venature che saranno poco impattanti dal punto di vista estetico ma che interagiranno continuamente con la nostra lavorazione.
Queste sono le essenze lignee che più spesso mi è capitato di utilizzare. I lavori che creo non li tratto con nessun prodotto .Questo per un semplice motivo. Un’ essenza che entra nel supoorto ligneo (soprattutto nell’ulivo) ne cambia la tonalità e di conseguenza cambierebbe l’impatto del lavoro stesso. Più si alza il livello, più si riuscirà ad ottenere effetti leggerissimi ma non solo..io ad es uso il pirografo da acceso ma anche da spento ed uso la punta per graffiare il legno, togliere materiale e creare altre variazioni e impatti. Non vi sconsiglio di farlo se volete provare ma vi dico che su questo aspetto seguire Framàr potrebbe creare dei problemi; uno su tutti: lo stesso effetto lo si potrebbe ottenere con strumenti come i cutter evitando di rovinare la punta del pirografo o peggio ancora il pennino. Potreste giustamente chiedermi “e allora..perchè non usi altro invece del pirografo?” semplice, per me disegnare è sempre stato un gioco, una sfida con me stesso e in questa sfida mi è sempre piaciuto “complicarmi la vita” perchè più mi diverto e maggiori sono le possibilità che il lavoro che ne verrà fuori mi soddisfi.